Emergenza idrica, il Ruzzo ripara i danni dell'alluvione. Rientra l'allarme

TERAMO – Carenza idrica, in serata dovrebbe esserci una graduale ripresa del servizio interrotto in alcune località della provincia. La Ruzzo Reti annuncia infatti che sono rientrati in attività, alle 4 di questa mattina, gli impianti di potabilizzazione di Montorio al Vomano e di Isola del Gran Sasso-Casale San Nicola, che avevano subito danni dal maltempo del fine settimana. Il personale dell’acquedotto, dopo aver effettuato i necessari controlli alla qualità dell’erogazione dell’acqua, ha rimesso in funzione gli impianti, a un regime di portata di circa 600 litri al secondo complessivi. E’ dunque prevedibile, entro le prossime 10-12 ore, un ritorno alla normalità per quanto riguarda il flusso di erogazione presso le utenze, particolarmente penalizzate lungo la costa e in Val Vibrata. La Ruzzo Reti sottolinea l’eccezionalità dell’evento atmosferico “tale da incidere pesantemente su un collaudatissimo sistema di potabilizzazione dell’acqua,” rassicurando il territorio provinciale sulla consueta qualità dell’acqua erogata, e si scusa per i disagi arrecati da un evento non dipendente dalle responsabilità dell’Acquedotto.

«L’emergenza può tornare». Ruffini (Pd) chiede soluzioni definitive. Preoccupazione esprime tuttavia Claudio Ruffini, secondo cui l’emergenza idrica potrebbe ripresentarsi in caso di forti temporali che potrebbero compromettere nuovamente a potabilità e indica un percorso per arrivare ad una suo superamento. Come? Per Ruffini bisogna innanzitutto attivare il pozzo della diga di Piaganini, che permette una captazione dell’acqua anche in presenza di forti temporali superando il problema della torpidità. «Purtroppo – spiega il consigliere regionale – manca l’ autorizzazione della Regione Abruzzo richiesta da tempo dal Ruzzo. Mi rivolgo dunque al presidente Chiodi affinchè sblocchi quanto prima questa autorizzazione». «C’è inoltre – spiega Ruffini – un progetto predisposto dal Ruzzo, che prevede la realizzazione di una condotta di grandi dimensioni lungo l’asta del fiume Tordino e la costruzione di un serbatoio in località Montone, nel comune di Mosciano di 30.000 metri cubi, del costo di circa 50 milioni di euro. La realizzazione di questo progetto è strategico per l’approvvigionamento idrico del teramano perché l’opera comporterebbe un beneficio per i comuni costieri della Zona Nord (Giulianova, Tortoreto, Alba e Martinsicuro) e per tutta la Val Vibrata, oltre a costituire, come nel caso di questi giorni, un accumulo di acqua importante che avrebbe permesso di tamponare l’emergenza per le prime 24 ore». «Anche qui, il progetto è fermo al Cipe da oltre un anno – spiega Ruffini – e da quanto mi risulta nessuno dell’attuale maggioranza si è preoccupato di seguire la vicenda per sostenere il suo finanziamento. Il governatore dovrebbe fare pressioni subito – conclude Ruffini – subito per evitare che la spending review possa cancellare il finanziamento».